Rooms with a view in Tribeca, 56 LEONARD

Although not scheduled to be finished until 2016, strollers in Tribeca can already make out in today’s striking skeleton the future form of 56 Leonard, the skyscraper designed by the Swiss studio Herzog & De Meuron. The building will eventually house 145 luxury units on 60 floors, all of them boasting stunning views of mid-town Manhattan, thanks to a system of glass curtain walls containing the internal volumes while creating surprising interactions between exterior and interior. The apartments will feature unusually high ceilings and large areas (from over 400 to almost 2,000 square metres) and interior furnishing features designed by the same architects. Despite its monumental dimensions, this building is a highly unorthodox skyscraper, due especially to the way each story looks stacked on top of another in a seemingly random fashion, each out of axis with its neighbours, with planes and corners jutting out unpredictably: this creates a strikingly dynamic aesthetic effect while at the same time offering all kinds of terraces and overhanging interiors to different apartments. Once completed, the building will be embellished by a site-specific sculpture by Anish Kapoor, consisting of a huge and apparently weightless reflective steel bubble at ground level, squeezed beneath the overhanging cement of the first floor beside the main entrance.

 

Sebbene il suo completamento sia previsto solo nel 2016, passeggiando per Tribeca è già possibile intravedere attraverso il suo scheletro il futuro del 56 Leonard, il grattacielo progettato dallo studio svizzero Herzog & De Meuron. L’edificio ospiterà 145 unità di lusso distribuite su 60 piani di altezza, dalle quali sarà possibile godere di un’incredibile vista su mid-town Manhattan, grazie al sistema di curtain walls vetrate che racchiudono i volumi interni creando un sorprendente gioco di interazioni tra l’esterno e l’interno dell’edificio. Gli appartamenti, caratterizzati dall’inusuale altezza dei soffitti e dalle ampie metrature (dagli oltre 400 ai quasi 2000 metri quadrati), sono completati da arredi interni specificatamente studiati dagli stessi architetti. A dispetto della sua monumentalità, l’opera si sottrae alla comune definizione di grattacielo grazie ad un andamento ritmico tutt’altro che monolitico: i piani disassati creano infatti volumi fortemente aggettanti che determinano un piacevole effetto estetico, mentre dal punto di vista funzionale dotano le unità di terrazze e volumi interni a sbalzo. Una volta completato, l’immobile sarà arricchito da una scultura site-specific ideata dall’artista Anish Kapoor: una bolla di acciaio riflettente apparentemente priva di peso compressa dalla sovrastante soletta in cemento che segnalerà l’ingresso al livello stradale.

 

56leonardtribeca.com


Art refuge, ARK NOVA

In the wake of the great Tsunami, the directors of the Lucerne Music Festival wondered – like so many others – what they should do to help survivors from the disaster. Judging by their actions, their answer was “we should do what we do best: bring them our music!” That may seem an obvious enough answer, but their solution to the many problems involved was unpredictable in the extreme: to build a huge inflatable concert hall. This was designed – by the Japanese architect Arata Isozaki and the Indian artist Anish Kapoor – to contain up to five hundred spectators and to be capable of moving easily from one place to another, just like the art it contains. The project was given the name Ark Nova, evoking the biblical vessel, but this ark, instead of animals, contains a message of hope in a universal language… music.

 

All’indomani dello Tsunami, i responsabili del Festival Musicale di Lucerna si sono domandati, come tanti, cosa fossero in grado di fare per i popoli colpiti dal disastro: ciò che sappiamo fare meglio – sembra si siano detti – portare la nostra musica in quei territori! Se la risposta può apparire ovvia, la soluzione adottata non lo è certo altrettanto: un’immenso auditorium gonfiabile progettato dall’architetto giapponese Arata Isozaki e dall’artista di origine indiana Anish Kapoor, capace di ospitare fino a cinquecento spettatori e di viaggiare agilmente da una meta all’altra, esattamente come l’arte che promuove. Il progetto, denominato Ark Nova con riferimento alla celebre arca biblica, non trasporta animali ma un messaggio di salvezza enunciato in un linguaggio, quello musicale, universalmente condiviso.

 

www.ark-nova.com
www.isozaki.co.jp
www.anishkapoor.com


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