Stories of brave objects, 1968: ITALIAN RADICAL FURNITURE
A collector wishes to tell a story and to do so he calls in an internationally famous artist and a photographer… that’s not the beginning of a fictional short story, it’s a true story about Italian design genius. The collector in question is Dakis Joannou, founder of the Deste Foundation for Contemporary Art, while the creative duo commissioned to give form to the story consists of Maurizio Cattelan and Pierpaolo Ferrari, two pillars of the recently launched Toilet Paper magazine. So what’s the story? It’s the all-Italian story about the Radical Design movement that flourished at the end of the 1960s, sustained by various collectives (Superstudio and Archizoom are only the most famous) made up of young architects frustrated by pre-established dogma and “good design” criteria. The objects they created – articulated on various different scales from architectonic macro-objects to decorative furnishing microcosms – were manifestos launched against obviousness: continuous incitements to keep rethinking the world without taking anything for granted. Now this history of subversive proposals is recounted in a non-historic manner in the illustrated book 1968: Italian Radical Furniture, through a series of photos that depict these strange objects as protagonists of some pulp porno story, in ironically seductive poses in oversaturated colors. Reminders of a world where a revolution was launched with intrepid light-heartedness.
Un collezionista intende raccontare una storia e per farlo chiama un artista di fama internazionale ed un fotografo… Non è l’inizio di un racconto inventato, ma una storia vera che parla della grandezza del design italiano. Il collezionista in questione è Dakis Joannou, fondatore della Deste Foundation per l’arte contemporanea, mentre il duo creativo incaricato di sceneggiare il racconto è composto da Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari, capisaldi della neonata rivista Toilet Paper. E la storia? La storia, tutta italiana, riguarda il movimento del Radical Design, fiorito sul finire degli anni Sessanta grazie all’impegno di alcuni collettivi (Superstudio e Archizoom sono solo i più famosi) composti da giovani architetti stanchi dei dogmi prestabiliti e della nozione di “buon design”. I loro oggetti, declinati in molteplici scale, dal macro-oggetto architettonico al microcosmo dei suppellettili, sono manifesti lanciati contro l’ovvietà, continui inviti a ripensare costantemente il mondo senza mai dar nulla per scontato. Oggi, questa storia di propositive sovversioni è raccontata nel volume 1968: Italian Radical Furniture attraverso una serie di scatti che ritraggono quegli stessi oggetti come protagonisti di una storia porno pulp, in pose ironicamente seduttive dai colori sovrassaturi. Riferimenti ad un mondo in cui la rivoluzione si compiva con intrepida leggerezza.